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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 47
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originale
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[47] Nam cum praestantissumam naturam, vel quia beata est vel quia sempiterna, convenire videatur eandem esse pulcherrimam, quae conpositio membrorum, quae conformatio liniamentorum, quae figura, quae species humana potest esse pulchrior? Vos quidem, Lucili, soletis (nam Cotta meus modo hoc, modo illud), cum artificium effingitis fabricamque divinam, quam sint omnia in hominis figura non modo ad usum, verum etiam ad venustatem apta, describere;
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traduzione
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47. Poich? l'essere che tutti gli altri sopravanza, vuoi perch? felice, vuoi perch? eterno, non pu? che essere anche
supremamente bello, quale disposizione di membra, quale configurazione di linee, quale figura, quale aspetto pu? essere
pi? bello di quel , lo dell'uomo? Persino voi stoici, Lucilio caro (quanto al mio Cotta, ora sostiene una tesi, ora un'altra),
quando descrivete l'arte usata dalla divinit? nella costruzione del mondo siete soliti mostrare come nella figura umana
ogni particolare sia non solo funzionale, ma anche ispirato ai canoni della bellezza.
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